lunedì 13 giugno 2011

IL PAGELLONE DI R.S.


INGLIN 6: Lasciato solo dai compagni con un dito rotto e un paio di guanti di 6 misure più grandi, neanche fossimo in un episodio di Saw. Sacrifica (invano) il dito dolorante per tentare di mantenere in vita la squadra sulle due reti, e a sua volta è costretto a fare da impotente spettatore allo scempio dei suoi compagni in mezzo al campo. Resiste a fatica, ma nulla può quando il suo capitano fa piegamenti nudo sotto la doccia, mettendo in bella vista l’ano peloso e la sua Leatherface posteriore. Aprite quella porta.

LOBASCIO 6-: Nel bene e nel male. Si tocca nervosamente la rotula a inizio partita e quella è l’unica cosa sferica che toccherà per tutto l’incontro. Come un preadolescente sfigato ad una festa sente le limitazioni dello starsene in disparte nelle retrovie e non poter sfogare l’esuberanza di un fisico che sente crescere a vista d’occhio. Alla fine, quando prova a salire, si viene nelle mutande. Napoleon Dynamite.

BAIOCCHI 4: Spaesato e distratto, vaga per il campo come una vecchia stuprata da una baby gang di rumeni che cerca aiuto e dignità in qualche angolo di periferia. Trova solo l’ostilità e l’indignazione del suo compagno (di reparto) Lobascio, che per punizione gli cede la custodia del centravanti avversario, senza neanche passargli gli alimenti. Schiacciato sotto il peso della vergogna e della sua sensibilità violata, gli lascia segnare il secondo gol. Volevo i pantaloni.

TONCHIA 4: Il bambino barbuto della fascia destra appare nervoso come He-man pugno di tuono quando dovevi cambiargli la batteria posizionata nel retto. Piange e fa i capricci come sbrodolino se non ha il suo ciuccino, ma a conti fatti non lesina l’impegno, battendo la fascia come il coniglietto della Duracell sotto acido. Probabilmente paga in termini di nervosismo l’uscita, poche ore prima del match, delle nomine degli assessorati, che lo hanno lasciato a bocca asciutta, politicamente dimenticato in qualche soffitta polverosa come un mon-chi chi qualsiasi. Pupazzetto.

MAZZUCCO 4: Alla cicogna pare si sia spezzata una gamba, non la lingua. Dimena le ali in modo irrazionale e scomposto, colpendo il pallone con la competenza tecnica Pasquale Bruno sotto chetamina. Ciò nonostante si ostina a far vorticare la lingua in polemiche costanti e inutili, come neanche Sgarbi sotto bamba. Aberrante infine la cerimonia di accoppiamento Cigno-Cicogna a cui abbiamo assistito nel secondo tempo, fatta di inumani urli gutturali, salti scomposti alla ricerca del pallone e schermaglie a colpi di becco. Manimal.

TRIFILIO 5: Si batte e si sbatte con impegno, venendo però surclassato dal muscolare centrocampo avversario. Come la cheerleader decisa a non darla al quaterback al ballo di fine anno, ma convinta da lui con il suo carisma e i suoi muscoli a fare sesso anale: non c’è stupro, ma fa tanto male lo stesso. Finisce senza colpe, pieno di vergogna, ma finalmente donna. E il presidente se ne accorge: nessuno può mettere in un angolo Baby, tranne il presidente. Violata.

BAZZARA 5,5: Il Vin Diesel de Borgo, fa andare il gas come se non ci fosse un domani, non accorgendosi di essere a bordo di una “Bianchina” verde e nera, che scricchiola, sbuffa e lo lascia a piedi a metà del percorso. Senza rifornimenti, abbandonato dai suoi, resta intrappolato nello sterile fronte d’attacco, impotente come un bambino lasciato in auto dalla madre per andare in disco. Disco inferno.

BELTRAN ZANETTI 5: Forse indebolito nello spirito da un’estenuante battaglia elettorale, si estrania dalla lotta per tutto il primo tempo, rimanendo in panca a fare comizi sulla mediocrità dei propri compagni. Entrando a inizio ripresa, promette giocate che non può e non riesce mantenere, complice il fisico bolso e l’occhio spento. Alle rimostranze dei compagni reagisce con un umile “fatti i cazzi tuoi”, mantenendo un’invidiabile coerenza politica. Duro&Puro.

GEROMETTA 3: Come un novello Mitch Buchannon se ne sta appollaiato in mezzo al campo su un ideale trespolo a mostrare i pettorali flaccidi, gracchiando ordini a destra e a manca, ma lasciando poi a C.J., Cody, Stephanie e gli altri l’onere di sbattersi per tentare di salvare vite umane. Finisce così, sconvolto dai sensi di colpa, a mangiare un kebap ubriaco dalla moquette di casa mentre il figlio lo filma per umiliarlo. Don’t hassell the Hoff.

DINAPOLI 3: Dato per disperso al seguito della squadra, voci ufficiali parlano di fastidiosi problemi di salute. Voci di strada invece, lo danno come oscuro mandante delle ultime sconfitte. Si dice che passi le sue giornate tra l’ippodromo e il bar Rio, corroso dal demone del gioco e per questo costretto a frequentare i giocatori del Balkanik ed un noto arbitro del torneo, Radimiro D. Si sospetta inoltre che stia drogando i giocatori del Katastropha attraverso Kebap infetti, date le ultime imbarazzanti sconfitte e il fatto che non si fa vedere da settimane dallo sponsor. “Signori” si nasce.

TUA MADRE PELOSA 5: Colpevolmente assente nel supportare la squadra, non li è mai visto alle partite, anche perché nessuno ne conosce l’identità. Da qualche giorno è partito il totoscommesse per scoprire chi in realtà sia: visto lo pseudonimo, la favorita per ora è la madre di Tonchia. Il che spiegherebbe l’assenza alle partite serali: a quell’ora lavora.

ALLENATORE GEROMETTA 3: Urla e sbraita senza alcun risultato, non riuscendo a motivare una squadra che, complici il caldo, la panchina corta, gli infortuni, la stanchezza, l’età media e la scarsa forma, sembra più un’orda di zombie che un team a caccia della promozione. Odore compreso.