domenica 30 ottobre 2011

STATISTICHE RITORNO 1a GIORNATA

PAREGGIO AL "DERBY DEL COPPA VENEZIA GIULIA"

Lo United Katastropha trova un pareggio in quella che è oramai diventata la sfida più emozionante dell'intero torneo, il match contro Pro Lorenzo: 1-1 sul campo di Dolina, primo pareggio tra le quattro sfide finora disputate. Partita molto emozionante e ricca di occasioni da entrambe le parti, con il Candiru improvvisato attaccante.
Peccato per non aver raggiunto la vittoria, soprattutto alla luce del crollo di Caffetteria del Borgo.

venerdì 28 ottobre 2011

NUOVA PARTECIPAZIONE E SPONSOR


La notizia è di oggi.
Un nuovo investitore ha rilevato le quote di minoranza dello United Katastropha Football Club, entrando così nel consiglio di amministrazione del Club e, allo stesso tempo, sostenendolo economicamente: Pastificio Fratelli Massoni, un'azienda del nord est attiva dal 1919 che copre buona parte del mercato della pasta artigianale fatta in casa e che è reperibile in tutti i negozi specializzati, evitando in tal modo la grande distribuzione.
Adesso si attendono le proposte che i due soci potranno avanzare.

giovedì 27 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI UMBERTO ÈCOGLIO, VS. DECIMA, 5a PARTE


BIALOCCHI 7: il Bionsen non è soltanto un prodotto ricavato dai migliori olii vegetali delle migliori piante, ma è anche uno stile di vita ordinato e preciso. La parola Bionsen deriva dall’unione dei termini Bio (naturale) e Onsen (famoso atleta del triathlon norvegese) e porta in sé mille significati. Onsen era nato povero ma diventò in Scandinavia una leggenda dello sport. Questo sta a significare che lo shampoo Bionsen costa poco ma sa farsi valere nel mercato. Onsen era uno sciupafemmine bisessuale. Questo significa che la crema per il corpo Bionsen è fluida ed idratante, che deve essere usata però con cautela nelle zone intime, poiché causa irritazioni agli sfinteri. Onsen era veloce e potente. Questo significa che il deodorante Bionsen dura poco ed ha un odore invadente come la Germania di Hitler. Onsen era alto 185 cm e pesava 78 kg. Questo significa che era una persona in forma. Onsen sapeva parlare 5 lingue. Questo significa che le lamette da barba Bionsen sono anche rasoio per i peli pubici e permettono di fare un’ottima verdura a la julienne. Il miglior piazzamento di Onsen alle olimpiadi fu un 14 posto. Questo significa che i pannolini Bionsen sono fatti con materiali naturali e contengono sino a 5 kg di merda. Insomma i prodotti Bionsen sono utili per tutta la famiglia e per tutte le esigenze. Per questo motivo il sig. Bailocchi ha ricevuto una proposta ufficiale dalla ditta Bionsen per pubblicizzare i prodotti Bionsenfor7Soccer. La parola Bionsenfor7soccer deriva dalla fusione dei termini Bio (naturale) Onsen (famoso atleta del triathlon norvegese) for (quasi famoso pupazzo di rete 4 amico di Uan) 7 (famosa bevanda zuccherina bevuta da Gerometta in voga negli anni 90) soccer (è uno sport di squadra nel quale si affrontano due squadre usando un pallone sferico all'interno di un campo di gioco rettangolare con due porte). Pertanto Bailocchi è miglior testimonial e veicolatole di tutti i significati che l’azienda Bionsen vuole portare avanti. La bellezza un po’ burbera di chi viene da un paese sottosviluppato. La voglia di emergere dello stronzo in fondo al cesso. Lo stile inconfondibile del rom. Il gusto dell’azzardo, come il colore delle sue magliette. Il senso della posizione dei froci. L’arroganza, come l’odore dei suoi parastinchi. Tutto lascia presagire che questo sodalizio appena formatosi possa durare a lungo, come il salto che fece Olsen al meeting di Zurigo il 25 maggio 1976 alle ore 16:00, appena concluse le gare. NEW BIONSEN, UOLLONSEN.

mercoledì 26 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI UMBERTO ÈCOGLIO, VS. DECIMA, 4a PARTE


BAZZERA 6,5: tutti noi sogniamo un qualcosa di più. C’è chi vorrebbe una macchina più bella, per far colpo sulle ragazze. Chi sogna una ragazza che non badi alle macchine. Chi come Zuck sogna una ragazza con la macchina. C’è poi chi sogna un ragazzo ed in quel caso la macchina non è poi così importante. Quelli di Borgo sognano l’integrazione totale con i triestini ed un sacco di macchine, ma si sa che è una cosa veramente difficile da realizzare. Uno di loro era diverso: “Mi chiamo Bazzera ed il mio sogno è che un’edicola possa anche essere centro di scambio di idee ed opinioni” così esordì l’attaccante principe del Katastropha al gruppo di sostegno per le vecchie glorie calcistiche con le ginocchia a pezzi ma non come quelle del Cigno un po’ di meno ma sempre messe così male da smettere di andare in chiesa perché non puoi usare il ginuflettorio. Lo psicologo, laureatosi pochi mesi prima con estrema fatica, lo prese da parte e cercò di spiegargli che andava benissimo esprimere i propri sentimenti ma questi dovevano essere pertinenti con la riunione. Bazzera lo abbracciò. In un attimo la stretta si fece quasi feroce, poi sempre di più. Tre costole rotte e ciao medico. “Mi chiamo Bazzera ed il mio sogno è che un’edicola possa anche essere centro di scambio di idee ed opinioni” così disse Bazzera alle Cooperative Operaie di Largo Barriera quando vide il suo numero sul display luminoso: “Serviamo il numero 32” e via con la solita filastrocca. Un prosciutto della Sfreddo rubato e saluti a quegli stronzi di commessi che non capiscono un cazzo. Al Salumare, storico ritrovo per fighetti rampollosi: “Mi chiamo Bazzera ed il mio sogno è che un’edicola possa anche essere centro di scambio di idee ed opinioni”. “Va in mona detumare!” si sentì rispondere. Prendi la caviglia e frantumi l’articolazione tibio-tarsica a troclea. Fidanzata in stampelle per tre mesi e se parla distruggi l'articolazione talocrurale, altri 4 mesi di degenza. “In questo modo non andrai da nessuna parte” gli disse il padre “questa edicola che ho messo su a Borgo va alla grande. Ti ci compri le magliette firmate, la macchina rialzata, il cellulare col pomo, cosa vuoi di più dalla vita?”. Padre e figlio si guardarono negli occhi. Era vero, forse di più. Forse il padre non sapeva che dalla cassa sparivano i soldi per mantenere tre amici che erano cresciuti con Bazzera ma che lui, grazie alla sua generosità, era riuscito a far trasferire a Valmaura. Forse Bazzera non sapeva che con i soldi dell’edicola il padre pagava un gruppo di ragazzi per farlo giocare a calcio. Andava veramente bene l’edicola. “Mi chiamo Bazzera ed il mio sogno è che un’edicola possa anche essere centro di scambio di idee ed opinioni”. “LO SO COME TI CHIAMI DIOBOIA SON TO PARE! MONA DE UN MONA!” DISSE IL PADRE. “O COSÌ O TI TOLGO TUTTO!”. “MI CHIAMO BAZZERA ED IL MIO SOGNO È UNA MACCHINA VELOCE”.

martedì 25 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI UMBERTO ÈCOGLIO, VS. DECIMA, 3a PARTE



TRIPHILLIO 6: sin dal primo dopoguerra in quel di Vibo Valentia era d’uso una attività sessuale denominata “Abbaca ma hjuhhj” (trad. hai voglia a soffiare). Questa era un’attività praticata perlopiù dai froci del paese – il soffiare corrisponde più ad un simpatico sbuffo emesso nel momento in cui il pene sfonda la resistenza dell’ano – che stranamente prese piede tanto da venire esportata in tutto il suolo regionale. Non c’era vecchietto senza sorriso a 36 denti. Nessuna donna triste a lavare i panni. Tutti erano felici. Si moltiplicarono gruppi di Abbaca, dove la gente si riuniva per incularsi e soffiare motivetti sempre più allegri. Dicerie di paese dichiarano che un famoso gruppo scandinavo ha preso nome proprio da questa particolare usanza. Come spesso capita, quando il divertimento, in particolar modo quello sessuale, è all'apice interviene qualcuno dall'alto. I preti e cattolici del paese infatti si ribellarono a questa strana pratica, forse perché erano costretti ad interpretare sempre la parte dei soffiatori o forse perché la ritenevano malsana. Tanto fu che incominciarono una battaglia tutta slogan e pentimento. Uno dei maggiori sostenitori di questo movimento di rivolta episcopale fu Giorgione Triphillo, detto “organetto” per la sua capacità straordinaria di coprire almeno 4 ottave con i suoi sbuffi. Il povero Giorgio non apprezzava lo sfondamento quasi quotidiano, da parte dei suoi concittadini, della sua intimità. Aprire lo sfintere pensando a Dio non lo aiutava di certo a divertirsi e nemmeno intonare il requiem di Mozart a suon di sbuffi era d’aiuto. Per questo motivo, non appena i preti sancirono l’inizio della ribellione, fu il primo a scendere in piazza con l’abito della festa a gridare "fanculo a mammeta" a tutti i suoi compaesani. Alla terza ora di grida gli astanti, ormai riuniti attorno alla fontana in via Ignazio IV, vicino alla panetteria dove facevano il pane con la farina di kamut per gli intolleranti, si spazientirono. Presero Giorgione e lo rinchiusero in una stanza buia, lo marchiarono tatuandogli il simbolo dell’organetto. “Tutta la tua progenie porterà questo marchio per ricordarti chi se” disse il sindaco del paese “e che tua madre è una puttana. Tu, merda che non sei altro, imparerai che a rompere i coglioni ci rimette sempre il frocio”. Chiamarono Concetto, detto Iguana per una sua singolare caratteristica fisica, per insegnare a Giorgione che nella vita bisogna saper soffrire. Aspettarono 37 minuti. Concetto non si fece vedere, era con la madre di Giorgione. ANCHE QUESTA VOLTA TI SEI SALVATO IL CULO.

LOMBESCO 6 +: una serie si valutazioni sbagliate gli hanno condizionato la vita. 1985: all’età di sei anni la madre lo mise di fonte al dilemma di scegliere tra un Trasformer ed un Master of the Universe. Prese il secondo e glielo rubarono a scuola durante la ricreazione. 1993: Lara o Monica? Optò per la seconda e dopo un mese di limonate si accorse che lei aveva sempre l’alito di aglio. 1995: Grunge o altro? In un periodo dove l’onda lunga dei Nirvana aveva raggiunto anche Caneva, tutti i giovani del paese si dividevano tra chi aveva un tiro mondiale e chi invece era legato ancora alla marmitta Leo Vince e al carburatore 19. Il giovane Lombesco non voleva perdere il treno della ganzitudine rimanendo comunque fedele al proprio animo soave. Optò per un più ambiguo Lenny Kravitz. Non servono ulteriori commenti. Facciamo un salto sino 2001: Scienze della Comunicazione vs Ingegneria Navale. Le navi fanno schifo ai cani. Ed infine arriviamo alla partita contro i Decima. Doveva scegliere dove giocare: centrocampo? Attacco? Difesa? In quel momento la fortuna fece capolino e vestì i panni larghi di Gerry: “Giocherai dove ti dico io”. DIOCANE BELLA SCELTA.

lunedì 24 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI UMBERTO ÈCOGLIO, VS. DECIMA, 2a PARTE


MAZZOCCO 6: si ma…….(MACOSA?) 

QUAZIZZA 6: il Candirù è un parassita che vive nelle acque del Rio delle Amazzoni ed appartiene alla famiglia delle Vandellia. Temuto dalla popolazione del Brasile, tanto da soprannominarlo pesce vampiro dell’Argentina, è trasparente e simile ad un anguilla. La sua caratteristica principale è lo sguisciare velocemente da una parte all’altra del Rio, nuotare libero dai pensieri, mangiare un poco di tutto, ma poco. La storia che vogliamo raccontare è quella di un Candirù di periferia, un valligiano. Come tutti sappiamo la missione di ogni Candirù, che i Giapponesi chiamano anche pesce vampiro Cinese, è quella di infilarsi in un orifizio. I più fortunati finiranno nelle vagine, ma sarà un destino che premierà solo coloro che sapranno dimostrare il loro valore nella riva Benecjana delle Amazzoni, notoriamente la più pericolosa. Quando padre Candirù andò dal figlio era ormai sera. Il tramonto sul Rio delle Amazzoni si rifletteva nelle torbide acque emanando dei riflessi giallo Chante Clair. L’aria profumava di foresta. Certe volte il mondo può essere meraviglioso, questo pensava il giovane Candirù mentre osservava sulla parete di camera sua il poster di una vagina depilata. Il padre lo distrasse da quel momento con un colpo di coda. Spiegò al figlio l’importanza della giornata a venire e disse che era sicuro delle sue doti. L’indomani all’alba tutta la famiglia Candirù si svegliò per accompagnare il giovane Candirù alla soglia del sasso di casa. Partire non è mai una cosa piacevole, soprattutto se si è consapevoli che tornare rappresenterebbe un disonore. Tutti i Candirù che devono superare la prova di maggiore età sanno infatti che morire dentro un orifizio sarebbe un grandissimo onore. Dopotutto le caste si dividevano proprio per la gloria che alcuni dei loro parenti avevano loro procurato. Il giovane Candirù non salutò i genitori e partì sicuro verso il proprio destino. Durante il tragitto, che sarebbe dovuto durare non più di 50 battiti di pinne, il Candirù si distrasse con: una conchiglia, un pezzo di ferro, una tappo di birra Castello, una pallina di vetro, un predatore oscuro, una saponetta usa e getta Chante Clair, l’anello di Bilbo Baggins, un portachiavi della Lacoste, un coccodrillo vero ed una mano umana. Quando si presentò alla riunione non c’era più nessuno. Aveva fallito? Non poteva assolutamente permetterselo. Un’ultima occhiata al tappo di birra Castello, poi via con tutte le forze verso l’alto. Ma niente non c’era nessuno. NON C’ERA NESSUNO, L’HAI CAPITO O TE LO DOBBIAMO SPIEGARE COL LINGUAGGIO DEI SEGNI? NEL SECONDO CASO TI DIAMO UN SACCO DI LEGNATE E TI LEGGI GLI EMATOMI.

domenica 23 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI UMBERTO ÈCOGLIO, VS. DECIMA, 1a PARTE


INGLONE 7: suo nonno Carl Gustav Inglesh, nato a Varsavia in una bettola alla periferia della città nel 1912, era un uomo di straordinario talento. Introverso quanto geniale, fin dalla tenera età passava le giornate rinchiuso nella sua stamberga a mangiare gulash e a progettare un golem capace di difendere il popolo dal nascente terrore che si diceva provenire da ovest. Nel 1939, dopo l’invasione tedesca, il rabbino gli consigliò di scappare oltre confine e di concludere quanto prima la costruzione dell’arma. Rifugiatosi in Svizzera, Carl Gustav riuscì a terminare il golem soltanto nel 1985, forse un po’ tardi rispetto al desiderio del rabbino. Fatto di argilla e con un anima tanto leggera da permettergli il movimento, il golem si trovò inserito in una società che non l’accettava. Nonostante gli insegnamenti di Carl Gustav, che voleva indirizzarlo ad una carriera forense, si iscrisse a lingue senza infamia né lode. Nel suo dna rimase però la volontà di difendere strenuamente qualcosa. La cottura della pasta al dente fu una delle sue battaglie più accese, conclusasi nel 1996 a Roma con il concordato di Roma-sud. Oggi non gli rimane che la porta del Katastropha. Alcune volte il suo corpo di argilla è il suo più grande limite. Altre, invece, la sua anima è tanto delicata da far sembrare che voli. Resta il fatto che il destino, la settimana scorsa, ha concesso al Golem, che il padre adottivo Meredith Inglone chiamò Julien in onore del cestista americano Magic Johnson, una possibilità di chiudere i conti col passato. Lui, Julien, l’ha colta al volo e dopo 99 anni è riuscito a concludere ciò che suo nonno non fu in grado di portare a termine. I corpi degli sfortunati giocatori di Decima sono ancora dati per dispersi. FOTTUTI STRONZI VI PIACE LA MERDA; EH?

TONDONE 6: narra una storia zen che un giorno un giovane monaco, mentre camminava nudo per la strada che lo portava al paese, incontrò un cane più largo che alto. La bestia, sicuramente un bastardo, sembrava un incrocio tra un tramezzino ed un bulldog, aveva un pelo ispido di colore grigio ed uno sguardo che ispirava amore, ma non del tutto. “Non lo vedi che sono qui?” Sembrava dire. Il giovane non lo badò più di tanto e continuò il cammino ripassando i concetti espressi dal maestro zen la mattina. Sfilandogli accanto, mentre si concentrava sul libro IV dei pensieri di Zuck la Clausola Umana - capitolo “l’uso del sì/ma nelle situazioni di cilecca”- tuttavia notò che lo sguardo del cane, seppur per un attimo, era mutato verso un rancore blu. Dopo più di un’ora di cammino, proprio nel mezzo di una biforcazione, il giovane alzò lo sguardo dal libro per riposare gli occhi. Nel centro della strada stazionava il cane. Questa volta il giovane prestò maggiormente attenzione e notò che quel bastardo non era niente di più che una rognosa bestia di stazza piccola, pulciosa e puzzolente già dai tre metri che li separavano. Nonostante il giovane si avvicinasse, il cane non si muoveva, restava lì non consentendogli nessun movimento, né in un senso né nell’altro. Il giovane ripose lo sguardo sul libro cercando di focalizzare il proprio pensiero verso le scritture. Chissà cosa lo ispirò perché improvvisamente alzò gli occhi e si avvicinò lentamente al bastardo. Guardò il cielo, stava per piovere, chissà come stava mamma, si chiese, chissà se papà è ancora nei campi a lavorare con quel carretto tutto rabberciato assieme a mio fratello, pensò, a loro tengo tanto; e poi verso i piedi, fermandosi solo un secondo sul pene, che schifo, pensò, ma non importa. Era pieno di infinita saggezza. Aveva imparato le lezioni della scuola, lo si percepiva nell’aria, era di fronte al cane. “tieni merda di cane di merda di tua madre merda e tuo padre merda” e nel gridare ciò sferrò una serie di colpi al pulcioso bastardo. Il cane respirava a fatica quando il giovane lo finì con un calcio al collo. LEVATI DALLE BALLE, LE SOVRAPPOSIZIONI LE IMPARERAI DIOCANE?

STATISTICHE 11a GIORNATA

CONTINUA LA SCALATA

Altri tre punti importanti per lo United Katastropha, ottenuti questa settimana grazie a una vittoria per 2-0 contro Italspurghi, sul campo di Montebello.
La partita ha visto la squadra un po' in difficoltà; molte le occasioni da goal, ma la precisione della fase offensiva dev'essere migliorata. Molto buono invece il comportamento della difesa, che non subisce goal da tre partite.
Il girone d'andata si conclude con un 4° posto. Adesso si comincia a puntare al 2°.

PAROLE DI UN COMBATTENTE DIMENTICATO

Proprio così, Simone "Tosh" Brusadin viene clamorosamente dimenticato nell'ultimo Pagellone di R.S. e dimostra tutta la sua delusione in poche, ma significanti, righe.
"almeno una vaga citazione nelle pagelle me la meritavo...
almeno un'appendice in fondo..
giusto per non disperdere nel dimenticatoio i 74m da me percorsi a centrocampo..
giusto per dimenticare il gol sicurezza (2-0 ndr)..
giusto per non soffocare la gioia di essere tornato nella tonnara del katastropha..
e soprattutto perché, diocane!! 
n.41 (quello magro con la barbetta..ricordate?)"
Immediata la replica di R.S., con la fulminea integrazione, disponibile in coda all'ultimo Pagellone sottostante. 

venerdì 21 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI R.S., 9a GIORNATA


JULIEN: Voto 6,5. A parte qualche raro intervento, non si annoiava tanto seguendo vicissitudini di polacchi da quando si sorbì l'intero Decalogo di Kieslowski, in lingua originale, per compiacere una lontana prozia scampata ad Auschwitz, ma non al nipote. IV COMANDAMENTO-BIS: BASTONA GLI ZII.

FIDEL: Voto 7. Maltratta il suo diretto avversario a tal punto da fargli abiurare, tra primo e secondo tempo, la teoria eliocentrica del suo conterraneo Copernico, a favore di una che prevede lo Stadio Friuli al centro del sistema solare, intorno al quale ruotano pianeti i cui nuclei sarebbero composti di frico incandescente. PRE-CESSIONE DEGLI EQUINOZI CON DIRITTO DI RISCATTO.

WALLI: Voto 7,5. Sarebbe stato più facile per un polacco nel '40 riavere indietro Danzica offrendo a Hitler un piatto di barszcz, che scartare oggi Walli con la palla al piede. PIATTONE DI BARSZCZ.

ZUCK: Voto 7. "I suoi 104 viaggi in fascia videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso, tutte in attesa di un passaggio). Con questi viaggi in fascia, Mazzucco coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri terzini messi assieme.[...] Lo chiamarono l'atleta di Dio, e atleta Mazzucco lo fu davvero: appassionato scalatore, nuotatore e molto abile nel canottaggio, oltre che abile sciatore, ha sempre amato praticare gli sport finché la salute glielo ha permesso." (fonte: wikipedia). IL TERZINO SINISTRO DI DIO - PARKINSON EDITION.

TRIFILIO: Voto 7. Dopo aver visto questa partita di Trifilio, Roman Polanski ha chiesto di essere estradato negli USA. ROSEMANSON'S BABY.

MEXICO: Voto 7. "Dalla prima distillazione si ottiene la brantowka (vodka bruciata, 15°), dalla seconda la prostka (vodka rustica, 30°) e dalla terza l'okovita (acquavite, 70°). Dalla quarta Messico (chupacabra polacca, 100°)" (fonte: wikipedia). MISTER POTATO.

GURU: Voto 7. Fryderyk Franciszek Chopin, a soli 9 anni, stupì una platea di aristocratici polacchi, mentre suonava il violino, mostrando loro improvvisamente il cazzo. Guru non ha nemmeno bisogno del violino. FRANZ CHOPIN-AUER.

JERRY: Voto 7,5. A forza di sottrarre lebensraum a spallate agli indifesi difensori polacchi, confina un'intera nazione nello spazio occupato dai baffi di Zibi Boniek. STUKAZ.

ALL. GEROMETTA: Voto 8. Fluctuat nec mergitur. Visto quello sfoderato ad minchiam da Berlusconi per la morte di Gheddafi, direi che per il nostro può andar bene anche questo. SIX TRANS TROIA MUNDI.

TOSH. Voto 7,5. Torna a centrocampo e propone giocate indimenticabili, impossibili da non ricordare. La sua presenza diventa incancellabile nella memoria di tutti dopo soli pochi secondi. Parkinson permettendo. MEMENTO.

martedì 18 ottobre 2011

STATISTICHE 9a/10a GIORNATA

VITTORIA E BUONA PRESTAZIONE

Lo United Katastropha riprende a vincere di misura e lo fa contro FC Polonia, battendo gli est europei per 7-0, sull'ormai collaudato campo di Chiarbola.
Buona prestazione da parte di tutti, compreso l'amico polacco che ha stazionato nella panchina dello UKFC per tutta la durata dell'incontro.

venerdì 14 ottobre 2011

PRESENTAZIONE ALBERTO "L'ALCE" CORAZZA


Alla presenza del direttore sportivo TMP, è stato presentato il nuovo acquisto dello UKFC, Alberto Corazza (detto Korach), che avrà il compito di duettare con il Cigno nel ruolo di centrale difensivo, soprattutto alla luce della possibile imminente operazione al ginocchio di quest'ultimo.
Nel corso delle prime due partite, il giovane nero-verde si è dimostrato all'altezza e subito la squadra ha trovato il suo animale guida: l'alce. Animale che ben rappresenta le scoordinate, ma altrettanto efficaci, movenze del nuovo difensore, paragonabili a quelle dell'omonimo test.
"Sono felicissimo di trovare nuovi stimoli in questo grande Club" - ha dichiarato Corazza - "e di poter stimolare il Presidente Herometas, titillandogli i capezzoli", come si può vedere nella foto (ndr.).

giovedì 13 ottobre 2011

"TRE PUNTI PREZIOSI"

Questa la frase che "il numero 10 per una notte" Mazzucco continua a ripetere da un paio di giorni.
Vittoria sofferta per 2-0 contro Decima, una squadra che obiettivamente avrebbe meritato una punizione maggiore; lo UKFC, invece, si dimostra lezioso e stenta a concludere le innumerevoli palle goal, durante tutto il match.
Vittoria preziosa, quindi.
Peccato per tutte quelle bestemmie che hanno fatto infuriare i numerosi cattolici presenti.

martedì 11 ottobre 2011

IL GURU PUNTUALIZZA


Il nuovo acquisto dimostra subito di avere personalità anche fuori dal rettangolo di gioco e lo fa chiedendo di pubblicare una precisazione, in merito all'ultimo Pagellone di R.S.:
"Tengo a precisare che il termine CARNICO, pur con tutta la mia stima verso le genti che popolano le montagne del nord Friuli, oltre che essere inadeguato non mi appartiene. Essendo nato a Cividale del Friuli e cresciuto tra la città ducale e le Valli del Natisone, trovo più opportuno essere definito VALLIGIANO o BENECJANO, in riferimento alla terra dei miei genitori, conosciuta anche come Benecja, la Slavia Friulana appunto."

lunedì 10 ottobre 2011

STATISTICHE 8a GIORNATA

SI INTERROMPE LA STRISCIA POSITIVA

Lo UKFC ferma la sua serie di vittorie contro Case & Case, prima in classifica, perdendo 5-1.
Prestazione comunque di grinta e di coraggio, risultato forse un po' pesante.
L'obiettivo è di riprendere al più presto la forma delle partite precedenti e di ricominciare a non perdere punti preziosi per la classifica finale.

martedì 4 ottobre 2011

IL PAGELLONE DI R.S.


LOBASCO 7. Dispensa tranquillità, armonia ed amore, come nella miglior tradizione cattolica. Indica la via tattica al Mazzucco quando è in difficoltà e offre parole di incoraggiamento al povero Tondina smarrito. Dentro di sé il demonio. DON BOSKOV 

MAZZUCCO 6,5. Agli avversari non rimane che dire: “diavolo di un Mazzucco!”. Una Simpatica Canaglia che si prende beffa del portiere avversario e dei compagni di squadra. Ci piacerebbe vederlo impiegato però in un contesto dove le sua parlantina non gli dia sempre una scappatoia, magari in un film di froci. ALFA-ALFA SENZA FILTRO 

GEROMETTA 5. Se la sua voglia si tramutasse sempre in qualcosa di positivo probabilmente peserebbe 20 kg di meno. Ma non importa, intanto la passione per la squadra è quella giusta anche se, sfortunatamente, il Capitano la manifesta sempre sotto la doccia. SOTTO IL VESTITO NIENTE DI CHE 

TRIFILLO 7. Un giocatore moderno in un corpo da troglodita. Ying e Yang dovrebbero rappresentare l’armonia assoluta, ma forse, nel caso di Attilio l’unico elemento di unione sono le sue sopracciglia. ATTILIO E LE PALLE TESE 

TONDINA 6+. Il miglior prodotto del vivaio di Cesar Millan. Anche in questa partita remissivamente obbedisce agli ordini imposti, talvolta bene e talvolta male. Si dispera per la perdita del suo migliore amico, il pallone, ma non importa caro Fidel ne compreremo un altro, ok? CANE FROCIO 

GURU 7. Lo guardi e non ti dice niente. È magro, forse troppo, con un baffetto irriverente e parla un idioma delle montagne. Non si veste in modo eccessivo, guida una macchina comune, non ha mai preso una multa. Poi ti chiedi perché quando arrestano un serial killer senti esclamare “Lui? Non l’avrei mai detto!”. ZODIACARNICO 

BAZZARA 7+. Risponde sul campo alle critiche pervenute. Dopo il secondo gol l’abbiamo sentito urlare contro la curva che quella di borgo non è una semplice edicola, ma anche tabaccheria, ricevitoria, cartoleria, luogo di incontro e scambio di idee. MATTEO DA CREMA 

INGLINI 6,5. Il ginocchio non è più quello di una volta, ma se è per questo nemmeno i capelli. Il tempo passa, caro Inglini, ma tu non ti devi scoraggiare. Para come sai parare, suda come sai sudare, gioca al pallone con ardore e pensa un poco anche all’amore. Poi un giorno lo incontrerai, magari vicino, magari lontano ma tu, caro Portierino, non t’abbacchiare e continua a perseverare. La vita, sai, riserva delle sorprese, che magari tu non riesci ad immaginare. Prova solo a pensare a ieri, quando eri solo, in concentramento costante e alla ricerca di una passione che ti coinvolgesse. Noi siamo la tua famiglia, qui sei al sicuro, grida “palla!” porcogiuda e lei verrà da te. Non ti scoraggiare nei momenti difficili perché noi saremo lì a sostenerti, in quelli buoni ad incoraggiarti. Guarda al cielo non vedi che è azzurro? Più in alto c’è l’amore, un amore sconfinato che ti proteggerà ovunque tu andrai e noi con lui. Pensa solo a divertirti e a godere con gioia degli stimoli che questo bellissimo mondo ha da offrire. MAMMOLETTA PORCODIO